Questo dovrebbe essere il post di Natale. Domani è la Vigilia e dico “dovrebbe”, perché non ho la minima intenzione di segnalare eventi.
Non per pigrizia, ma per il puro piacere di fare due chiacchiere con voi.
Dopo i giorni del gelo profondo in Bari e Provincia, il sole ci sta nuovamente degnando della sua presenza. E le luci della nostra piccola grande metropoli vegliano sulla città, pervasa di spirito natalizio.
“Natale con i tuoi”, recita l’antico adagio. E il mio primo augurio spetta a chi ha deciso, nella migliore tradizione, di passare le festività in famiglia. Il secondo, ma di pari (se non superiore intensità), lo dedico a chi una famiglia ce l’ha in parte, o non ce l’ha proprio.
Il mio, ad esempio, è il secondo Natale senza papà. Il pensiero corre sempre ai momenti speciali passati in suo compagnia e, credo, in moltissimi di voi sentano la stessa operazione-nostalgia, tra pacchetti e alberi.
Il terzo augurio è per l’Amministrazione Comunale. E per i “simpatici” commercianti che hanno fatto chiudere alcune strade rendendole esclusivamente pedonali. E’ bello poter passeggiare per le nostre vie liberamente. Un po’ meno bello impazzire alla ricerca di un parcheggio quando il centro si intasa di autovetture. Ma avete fatto un buon lavoro. Comunque. Il Comune ha lavorato tantissimo, organizzato tantissimo, regalato momenti splendidi di intrattenimento e cultura. Quindi ci sta.
Il quarto augurio è per “la Crisi”. Questa crisi che ci ha piazzato in testa la giaculatoria “io doni non ne faccio”. Si può stare bene anche senza. O con poco. Riscoprendo, magari, anche la voglia e il piacere di confezionare qualcosa con le proprie mani, in puro stile art-attack. Ffffaaaaatttttoooo???
Che è pur sempre una festa religiosa. Non dimentichiamolo. Bella il doppio perché seguita anche dagli atei.
Il quinto augurio è per le nonne. Le nonne che sanno come rinvigorire il focolare domestico. Quelle che trombano ancora la massa a mano. E che diventano catalizzatori del vero spirito del Natale. Radunando a tavola i parenti per una volta all’anno. Almeno.
Il sesto augurio è, poi, per chi non ha niente. Ma proprio niente. E per tutti coloro che, questo Natale o-magari-il Capodanno, lo passeranno a sfamare le mense dei poveri. Armati di grembiulino e tanta buona fede. Pare che l’esercito dei volontari sia al completo. E questa è una cosa non bella… dippiù.
Il settimo augurio è per chi emigra alla ricerca di lavoro. E si sbatte da pendolare lottando per l’ultimo posto a sedere in treno o in aereo. Nonostante gli amici di Trenitalia abbiano ben pensato di chiuderci al mondo, noi del sud, eliminando tratte VITALI per chi vive lontano.
L’ottavo augurio è per le mamme coraggiose che partoriranno di Vigilia. Quando avete controllato il test di gravidanza lo sapevate benissimo. E la forza che sentirete nel dare un nuovo Barese alla luce, sarà più forte dei botti per strada. La sinfonia della vita è il concerto di Natale più forte e orgoglioso che si possa ascoltare.
Il nono augurio è per chi, il 24 notte, lo passerà a lavorare. E per le famiglie che su quel lavoro ci campano. E di questo rendono grazie. Pienamente consapevoli che ogni giorno può essere speciale, pure quando sul calendario non è segnato di rosso-natale, se ci si vuole bene.
Il decimo augurio, oltre che per voi, cari lettori assidui e non, è per chi, come me, ama ancora chi non c’è. Per chi è single. Per chi ha chiuso una storia. Per i divorziati e le “vacantine”. Per tutti quelli che verseranno una lacrimuccia chiedendo a Babbo Natale un po’ di serenità per i loro cuori.
Siate buoni. E abbracciate chi vi capita sotto mano. Sarà il regalo di Natale più bello che possiate fare.
da Bergamo, auguriiiiiii
Ma augori a Voi tutti dal profondo Sud =)